Perché vedere Il problema dei tre corpi
No spoiler, no trama, solo una riflessione sul perché va vista.
NON CAPIRE È UNA FORMA DI LIBERTÀ?
In questi giorni ovunque s’è parlato tanto de Il problema dei 3 corpi, nuova serie tv disponibile su Netflix che tra origine dall’omonimo romanzo di Liu Cixin.
Non dirò nulla sulla trama, niente spoiler e nessuna analisi della campagna di lancio (“Siete insetti”) di cui tutti abbiamo letto ovunque .
Non ho ancora finito la serie, ma ciò che ho da dire si è già sedimentato, ha preso una forma chiara e nitida.
Il problema dei 3 corpi va visto perché sfugge alla comprensione. Perché apre degli scenari che non vogliono essere spiegati e che non possono essere compresi.
L’intrecciarsi di domande senza possibilità di risposta è la chiave di lettura di questa serie che a differenza di altre, dove questo punto probabilmente era dovuto ad “errori” di sceneggiatura, diventa il punto di forza.
Superato uno stupore iniziale misto ad uno sforzo di orientarsi verso ciò che succede e viene detto, bisogna abbandonarsi al flusso, lasciarsi trasportare da tutto ciò che non riusciamo a processare come mente umana e accettarne la bellezza e la pericolosità.
Vedendolo mi è venuta in mente una domanda: non capire è una forma di libertà? Ritengo di sì. Chiarisco: questa domanda non è un elogio all’ignoranza, ma l’esatto opposto.
Il non capire è una libertà che non appartiene alla nostra era, fatta di informazioni a portata di mano, che sono - a scanso di equivoci - un bene. Poter avere accesso facilitato ad una mole di informazioni rende il mondo un posto migliore rispetto al passato. Ma come tutte le cose ha un rovescio della medaglia che, a parer mio, non è imputabile alla tecnologia, quanto a noi stessi. Non vorrei scadere nel banale, ma vorrei semplificare (qui sì banalizzando un po’) al massimo: oggi possiamo sapere e capire tutto, ma quando non sappiamo e non capiamo andiamo in tilt, un 404 page not found che non riusciamo a gestire.
Dobbiamo imparare a non capire.
Il problema dei 3 corpi è una palestra in cui esercitare i muscoli della non comprensione. Ma finita la serie, continueremo ad allenarci?
Anni fa Filippo Gallizio Pretolani, che come già ampiamente documentato ha questo vezzo di anticipare un po’ le cose, disse: "Capire è maleducazione". A me piacque così tanto che, senza manco capire cosa volesse dire, diventò il retro di un mio bigliettino da visita.
Ti lascio con una domanda: qual è l’ultima cosa che non hai capito?
Rocco ;-)
PICCOLO SPAZIO PROMOZIONAL-PERSONALE
Pre-ordinabile ora su apogeo.it / feltrinelli.it / ibs.it / amazon.it*. In tutte libreria d’Italia dal 9 aprile ;-)
Dire qualcosa non vuol dire avere qualcosa da dire
Per Apogeo, “il marchio editoriale del Gruppo Feltrinelli che dal 1989 mette in circolo competenze digitali”, ho scritto un piccolo saggio con riflessioni e appunti sul modo in cui come aziende/brand/prodotti/persone decidiamo di comunicare.
È rivolto a chi lavora in questo settore e tuttə quelle persone che decidono di dire qualcosa, avendo qualcosa da dire, fuori e dentro la Rete.
Un po’ di incontri con l’autore, che poi sarei io ;-)
(Se vuoi organizzare una presentazione in libreria, un incontro / workshop in azienda o in agenzia, batti un colpo)
9 aprile ore 18:30 | Genova, Twow con Paolo Ratto, Emanuela Genovese, Ginevra Mattioli. I posti sono limitati, prenota gratuitamente il tuo;
10 aprile ore 18:30 | Milano, Libreria Centofiori con Mafe de Baggis, Gianluca Diegoli;
18 aprile | Rovigo, Marketing Arena (workshop in agenzia);
19 aprile ore 09:30 | Padova, Freelancecamp; qui il programma dell’evento;
22 aprile ore 18:30 | Catania, Libreria Feltrinelli con Claudio Cocuzza, Antonio Musumeci, Daniele Bazzano;
INDICE, PREFAZIONE, INTRODUZIONE? Trovi tutto sul sito dell’editore Apogeo
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Affare fatto?
Interessante riflessione!
Ho il libro "in canna", nel Kindle, anche se non so quando avrò il coraggio di affrontarlo!
Viviamo in un'epoca in cui se non ricordi quando é morto Napoleone puoi tirare fuori il telefono e scoprirlo in 3 secondi. Così come quanto dista la luna dalla terra e la composizione chimica di quello che stai mangiando.
Tutto questo é bellissimo ma penso che ci abitui male. Ci abitua a pensare che c'è una risposta a tutto, e soprattutto che questa risposta noi possiamo ottenerla, anche facilmente. Secondo me queste sono cose dannose perché sono convinto che la vita non sia così, che una risposta a tante cose forse (probabilmente) neanche c'è, e non siamo noi a poterla trovare, di sicuro non chiedendo a Google (o GPT).
Probabilmente il non capire è sinonimo stesso della vita. E invece quasi sicuramente YouTube é già pieno di video "PROBLEMA DEI 3 CORPI FINALE SPIEGATO"...